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Fausto De Stefani: la mia montagna più alta

De Stefani

L'alpinista mantovano ha concretizzato il sogno di realizzare una scuola in Nepal, e svolge nelle scuole italiane la sua opera di sensibilizzazione verso la natura.

 

Castiglione delle Stiviere, colline moreniche: spaziando con lo sguardo verso il lago di Garda , qualche collinetta alta poco più di 200 metri , rompe la monotonia della pianura. Su una di queste "cime" vive, o meglio, qualche volta si ferma "per un po'", uno dei più apprezzati alpinisti del mondo: Fausto De Stefani. Fausto è un'icona dell'alpinismo mondiale : 14 scalate che lo hanno portato sulle cime delle 14 montagne più alte del mondo,14 volte sopra gli 8000 metri senza mai usare bombole d'ossigeno ma unicamente con le proprie forze fisiche e mentali.

Ci accoglie con grande simpatia e la solita pacatezza che tanto mi colpì la prima volta che lo conobbi. E' sempre uguale Fausto, più in forma che mai: lo colgo dalle sue considerazioni espresse in merito alla recente polemica "che non fa bene all'immagine dell'alpinismo" tra Lacedelli, Compagnoni e Bonatti sulla conquista nel 1954 del K2.
"Noi alpinisti,invecchiando, siamo destinati per natura ad inacidire caratterialmente, oppure a credere e a portare avanti quei valori che i nostri genitori ci hanno insegnato e che la vita ci ha fatto conoscere strada facendo.Anche perché senza valori autentici si è destinati a crollare. E io agli insegnamenti che mi hanno trasmesso i miei genitori penso spesso, e mai come oggi a quelli di mio padre che purtroppo non c'è più : alla sua onestà, al senso di rispetto verso le istituzioni, al fatto che per capire le cose bisogna sempre mettersi nei panni di chi ti sta di fronte".
Fausto è un fuoriclasse dello sport e a differenza di tanti sussiegosi "personaggi" si propone con umiltà cosa che gli fa onore.Come gli fa onore tutto quello che sta portando avanti "poco lontano" da qui, in Nepal.
Si illuminano gli occhi a Fausto De Stefani quando parla della "sua" scuola a Kirtipur e dei progetti legati ad essa: " la mia montagna più alta" la definisce orgoglioso e ne ha ragione.
Ci inerpichiamo tra i più svariati argomenti, voglio sapere di più riguardo le sue "imprese". Fausto mi corregge ."Chiamale esperienze non imprese. Non c'è niente da conquistare né da sfidare in montagna. Non condivido chi troppo spesso presenta la montagna come il mostro da domare; è un modo scorretto di rapportarsi con la montagna che deriva da un approccio troppo spesso sbagliato che si ha con la natura e con gli elementi."
"Sai cosa mi appassiona e mi gratifica maggiormente oggi? Andare nelle scuole, non tanto nelle medie quanto in quelle materne. A raccontare favole, accompagnate con immagini della natura, a queste piccole creature perché è a quell'età che si comincia ad avere un buon rapporto con gli elementi , fatto di confidenza e di piacere, e non di paure. E la loro attenzione e la loro voglia di conoscere nuove favole mi conferma la validità di quel che sto affermando".

Già,la paura degli elementi.Unita alla pigrizia, al non voler "tribolare", cercando di avere tutto comodo. Fausto mi racconta un aneddoto : "Che vai a fare in montagna?" mi chiedeva spesso un amico, pigro, il classico tipo che non vuole far fatica. Gli chiesi di venire in montagna con me una volta,così avrebbe capito.Salimmo in uno scenario meraviglioso tra le sue imprecazioni per la fatica che lo accompagnava. Sull'Adamello, a 150 m dalla vetta, gli chiesi se voleva fermarsi o tornare.
"Non ci penso nemmeno" rispose .Continuò a salire e una volta arrivati in vetta l'uomo cambiò. Si emozionò, si agitò, si mise a piangere. Ognuno di noi, se non è arido dentro, è in grado di emozionarsi profondamente ; e questa è la magia della montagna, che ti lascia solo le emozioni facendoti dimenticare la fatica".
Che messaggio ti senti di dare a chi si vuole accostare per le prime volte alla montagna?
"Di iniziare ad apprezzare prima di tutto la pianura,in tutte le meravigliose sfaccettature che la natura ci presenta. A conoscere gli elementi, ad imparare a rispettarli e a non averne paura. Solo così, forti di tale esperienze si può cogliere appieno il valore, la forza della montagna e viverla soprattutto come avventura interiore, come Silenzio.Io sono orgoglioso di essere nato in pianura ed ancor oggi mi diletto a camminare nelle campagne e a cogliere ogni piccola sfumatura che la natura mi presenta.Un giorno, ormai molti anni fa, diradate le nebbie mi si presentò quel panettone innevato che si chiama Monte Baldo e fu il primo richiamo.Ed io che sono un sognatore iniziai a sognare"

Non gli chiedo di record, di numero di vette, di racconti di spedizioni ma gli domando se così in alto ha mai sentito la presenza di un Dio, creatore di tanta perfezione. Fausto mi racconta, nel suo definirsi agnostico, le sensazioni che ha provato in Sierra Leone, nel Congo ,in Afghanistan etc. chiedendo a se stesso, davanti a tanta povertà , "ma come è possibile?". Mi racconta di quando, caduto in un crepaccio ,dopo aver perso pure un rampone e la picozza, circondato da pareti di ghiaccio verde che non volevano lasciarsi in nessun modo scalare crollò stremato e iniziò a pensare che era finita la sua corsa, come quella di tanti alpinisti purtroppo scomparsi tra i ghiacciai. Dopo ore costellate di innumerevoli pensieri, in un momento di incredibile self-control e di assoluta voglia di vivere, rovistando nello zaino trovò un piccolo coltellino regalatogli da un caro amico.La sua salvezza.Gli permise di incidere tacche nel ghiaccio ,di arrampicarsi e, dopo 6 ore interminabili, di risalire con mille. "Ho sempre tenuto un diario, di solito mezza paginetta per non dimenticare i fatti di una giornata ; per quell'episodio scrissi 16 pagine". Fausto torna a parlarmi dei 738 bambini di Kirtipur che ora possono andare nella scuola inaugurata nel Maggio 2003,da lui voluta e realizzata.

Ero venuto per una pagina sul De Stefani alpinista ma come non illustrare ora i tuoi progetti realizzati e da realizzare? Spero che il menzionarli possa contribuire al loro sviluppo."
Saluto Fausto. Al ritorno verso Mantova mi riappaiono alcune diapositive da lui proiettate nelle serate dedicate a raccogliere fondi per i suoi progetti e mi sovviene l'espressione soddisfatta del suo volto quando parlandomi della scuola mi ha detto " ad un certo punto ho smesso di parlare e ho voluto realizzare qualcosa da toccare con mano". Soprattutto però penso al famoso alpinista in un asilo che racconta favole a dei bambini che, "immobili nelle loro piccole sedie affascinati dal racconto" possono,come un giorno fece lui, imparare a sognare con la natura.

La scheda
Alpinista, naturalista, fotografo, Fausto De Stefani è nato nel 1952 in provincia di Mantova. Negli anni '70 matura esperienze sulle montagne extra-europee, con importanti salite in Africa, nelle Americhe, in Asia. Oltre che dal punto di vista tecnico, le sue spedizioni si mettono in evidenza soprattutto per l'essenzialità dell'attrezzatura e per l'attenzione che rivolgono ai temi ambientali. Nel 1983 scala il K2, la sua prima vetta sopra gli 8000 metri. In seguito si reca assiduamente in Himalaya e nel Karakorum, dove, tra i pochi al mondo, scala senza bombole di ossigeno le 14 montagne più alte della terra. Alpinista di chiara fama, è conosciuto soprattutto per il costante impegno in campo naturalistico. Sempre in prima linea, anche nelle manifestazioni di denuncia del degrado ambientale, è tra i fondatori dell'associazione internazionale "Mountain Wilderness", di cui è Garante . Da anni svolge attività divulgative a favore delle tematiche naturalistiche e dei problemi ad esse connessi, con conferenze e mostre didattiche in scuole ed università. Ampio rilievo ha assunto l'attività di fotografo, che l'ha proposto come un raffinato e poetico documentarista di natura e persone. Le sue immagini sono state esposte in numerose città europee e pubblicate su riviste specializzate internazionali.

 

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