AREA RISERVATA

Login to your account

Username
Password *
Remember Me
Back Sei qui: Home Eventi

Eventi

LA MADONNA DEL TERREMOTO

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

32A Mantova piazza Canossa ha tutto quello
che le serve: un palazzo nobiliare, un portico
scenografico, un'edicola, una fontana e una
chiesetta piccola e preziosa. Si chiama Madonna
del Terremoto e racconta una storia di
devozione che ha coinvolto intere generazioni
di mantovani. Edificata nel 1759, ricorda un
terremoto che scosse la città nel 1693 ma,
soprattutto, la fiducia dei cittadini in un'immagine
della Madonna apparsa quasi per caso
su un muro scrostato.
LA STORIA DEL TERREMOTO
Era il 6 luglio 1693, un lunedì. Verso le dieci
del mattino, una serie di scosse colpì Mantova.
Il cronista settecentesco Federigo Amadei,
che all'epoca aveva solo nove anni, scrive:
"Non vi fu chi non tremasse atterrito, chiedendo
misericordia a Dio". Per fortuna, niente
vittime. Ma lo spavento fu tanto e bastò a far
nascere una devozione popolare che si sarebbe
radicata nel tempo. In particolare, un
sarto, Pietro Stefani, vide cadere l'intonaco
della propria casa in Vicolo Viole (oggi via Pastro)
e apparire sul muro un'immagine della
Madonna e invitò alcuni passanti spaventati a
pregare la Vergine. Da lì partì tutto: prima una
semplice edicola, poi una cappella di legno, e
infine, grazie alle offerte dei devoti, la chiesa
che vediamo oggi. LA FACCIATA DELLA CHIESETTA CON
LA LAPIDE E IL TERREMOTO IN AZIONE
La facciata guarda la scenografica Piazza
Canossa, sistemata dai marchesi veronesi
omonimi che vi si stabilirono nel Seicento. La
chiesetta è stato il penultimo elemento ad arrivare
prima dell'edicola. L'edificio è a un solo
ordine, con due colonne e due lesene dotate
di capitelli corinzi. Sopra il portale, decorato
da melograni simbolo di unità, si trova una lapide
con l'iscrizione latina: "A. Solo Excitauit
Pietas MDCCLIX" ovvero: "La devozione eresse
dalle fondamenta 1759", un omaggio ai
cittadini che la resero possibile. Poco più in
alto, un bassorilievo in stucco sembra mostrare
la città durante il terremoto: si riconoscono
le onde che sollevano gli edifici e tutta la città
che va a soqquadro.
L'IMMAGINE DELLA MADONNA
CON IL BAMBINO TRA I SANTI
Quando si entra in chiesa ci si trova in un'aula
unica che termina in un piccolo presbiterio
protetto da una balaustra lignea e da una
cancellata in ferro battuto. Al centro dell'altare
maggiore, incastonata nella macchina
marmorea, la protagonista: l'immagine della
Beata Vergine del Terremoto. Si tratta probabilmente
di una tempera su muro che si trova
ancora sulla parete della casa del sarto Stefani. Maria tiene in braccio il Bambino, mentre
ai lati compaiono due santi. A sinistra, senza
dubbio, c'è San Rocco con mantello da pellegrino
e conchiglia di San Giacomo; a destra,
molto probabilmente, San Giuseppe, anche
se alcuni antichi testi parlano di San Giacinto.
Gli sguardi dolci e rivolti ai fedeli creano un
dialogo diretto, semplice ma intenso.
I DUE QUADRI DI GIUSEPPE BAZZANI
Sui lati lunghi della navata si trovano due riproduzioni
fotografiche delle tele originali realizzate
da Giuseppe Bazzani, oggi custodite
al Museo Diocesano. Il pittore mantovano, nel
1759, aveva più di settant'anni ma riesce ancora
ad esprimere tutta la sua forza espressiva.
A sinistra dell'altare, la Natività: la scena è
intima, il Bambino è adagiato su un telo bianco che anticipa quello della Deposizione, posta
sulla parete opposta, dove Cristo viene calato
dalla croce. Luci teatrali in un confronto a
distanza tra la nascita di Gesù con la Vergine
che lo osserva con uno sguardo malinconico
che trova compimento nella scena della deposizione
dalla croce: Bazzani mette in scena la
devozione con lo stile drammatico che lo ha
reso celebre.
LE STATUE DELLE VIRTÙ CARDINALI
Quattro statue in stucco occupano le nicchie
angolari dell'aula. Sono le virtù cardinali, che
sembrano voler controbilanciare il caos naturale
del terremoto con i valori umani dell'equilibrio.
Ecco come riconoscerle: la Temperanza
ha in mano delle briglie, simbolo di autocontrollo;
la Fortezza indossa un'armatura e ha
una colonna accanto; la Giustizia porta una
corona e, anche se la spada è andata perduta,
resta l'elsa. La Prudenza è forse la più originale,
con un serpente in mano e un cranio
sotto il piede. Tutte e quattro sono figure femminili
eleganti, in posa classica, incorniciate
da colonne corinzie che rendono la decorazione
della chiesa ancora più mossa.
I CAPITELLI IN STUCCO DECORATO
Nella Madonna del Terremoto i dettagli contano.
I capitelli interni, realizzati con gusto e
inventiva, vanno oltre il classico fogliame di
acanto. Nascondono ma non troppo simboli
suggestivi: una stella, un trono o cattedra vescovile,
la prua di una nave o di un'arca e la
facciata di una chiesa. Questi simboli si ripetono
simmetricamente sui lati della navata e
meritano un occhio attento perché è difficile
coglierli a prima vista.
IL CAMPANILE A VELA
L'ultimo dettaglio curioso della Madonna del
Terremoto è il piccolo campanile a vela che si
può vedere a sinistra della facciata. E' probabilmente
l'unico di Mantova e viene ricordato
anche in un testo del 1917 che descrive tutti i
campanili della città e le sue campane.
Oggi l'oratorio della Madonna del Terremoto si
anima durante il mese di maggio per la recita
del Rosario e il 6 luglio, giorno del terremoto
del 1693. Purtroppo nel resto dell'anno l'ingresso è chiuso da una cancellata per evitare
gli episodi di vandalismo che in passato avevano
messo in pericolo la chiesa e costretto
a spostare gli originali delle tele di Bazzani al
Museo Diocesano per proteggerlo.
L'apertura continuativa consentirebbe a Mantova
di riprendersi così un piccolo grande luogo
di arte, storia e fede. E, diciamolo, anche
una bella storia da raccontare ai passanti incuriositi.

Dal caos al cosmo.

44Metamorfosi a Palazzo Te

«Cinquecento anni fa due giovani uomini, il venticinquenne Gonzaga e il circa trentenne Giulio Romano, lasciano scaturire un’utopia artistica e politica, un’agenda culturale destinata a cambiare la storia dell’architettura e della pittura. Oggi Palazzo Te si istituisce come un luogo capace di ispirare sogni, visioni, creatività. Un luogo che da cinquecento anni è dedicato al “dare inizio”». Con queste parole il direttore della Fondazione Palazzo Te, Stefano Baia Curioni, spiega lo spirito con cui l’istituzione mantovana si appresta a celebrare il Cinquecentenario di questo luogo straordinario anche per la capacità di continuare a parlare al presente e di guardare al futuro.

Dal caos al cosmo. Metamorfosi a Palazzo Te è l’esposizione curata da Claudia Cieri Via, dal 29 marzo al 29 giugno 2025, concepita in dialogo con gli affreschi del palazzo per esaltare il senso e l’importanza di Palazzo Te come opera d’arte totale. Attraverso una selezione di capolavori del Rinascimento, con prestiti dal Museo del Louvre, l’Albertina di Vienna, il Museo del Prado, la Galleria Borghese e gli Uffizi, emergono in contrappunto gli innumerevoli riferimenti che possono scaturire da una lettura più approfondita dei tanti temi che il Palazzo custodisce.

Articolato in 8 sezioni il percorso espositivo presenta opere dello stesso Giulio Romano e di altri Maestri come Tintoretto, Correggio, Jacopo Zucchi, Rubens, Nicolas Poussin fino al contemporaneo Giuseppe Penone.

Il Cinquecentenario di Palazzo Te è promosso dal Comune di Mantova, prodotto e organizzato da Palazzo Te con il contributo di Fondazione Banca Agricola Mantovana e Fondazione Comunità Mantovana, con la media partnership di Gruppo Editoriale Athesis, con il supporto tecnico di Aermec, con il supporto di Amici di Palazzo Te e dei Musei Mantovani, in sinergia con Mantova città d’arte e di cultura.


Fino al 29 Giugno 2025

Mantova
Palazzo Te

Rassegna Nazionale dei Maestri Intarsiatori Lignei

70909-Musica - tarsia di Carletto CantoniL'Associazione Culturale Quinta Parete presenta l'esposizione d'arte Fra' Giovanni da Verona: a 500 anni da Te.

La mostra, allestita nella cripta di Santa Maria in Organo, è dedicata al più importante intarsiatore del Rinascimento, nel cinquecentesimo anno dalla sua scomparsa.

Emergono in questa mostra la spiritualità e l'attualità del linguaggio di Fra' Giovanni da Verona.
In esposizione, oltre alle opere del monaco veronese, numerose opere per lo più inedite di alcuni tra i migliori artisti del gruppo della Rassegna Nazionale degli Intarsiatori lignei Italiani.

Accanto a tarsie raffiguranti soggetti della tradizione artistica, è possibile ammirare linguaggi della modernità come il Futurismo, l'Astrattismo e la Metafisica in una comparazione che accompagna il visitatore a una riflessione sull'evoluzione dell'arte dell'intaglio.

Protagonisti gli artisti contemporanei e gli studiosi che, da numerosi anni, si occupano di diffondere l'arte della tarsia lignea attraverso mostre, conferenze e convegni narranti l'evoluzione iconografica in un percorso dal Rinascimento ai giorni nostri. Attraverso il lavoro di 19 intarsiatori il visitatore potrà conoscere e rivivere la spiritualità insita nell'arte di fra Giovanni da Verona.

La mostra è un progetto itinerante che toccherà tutte le aree geografiche nelle quali il monaco ha lavorato: Verona, Lodi, Asciano e Napoli.

A Brescia JOEL MEYEROWITZ

456A Sense of Wonder Fotografie 1962-2022

A Joel Meyerowitz (New York, 1938), uno dei protagonisti della scena fotografica contemporanea, Brescia dedica un'ampia retrospettiva – la prima vera antologica mai organizzata in Italia – in grado di ripercorrere l'intera sua carriera, lungo sei decenni di attività, dagli anni Sessanta del secolo scorso ai nostri giorni.

La mostra, in programma al Museo di Santa Giulia a Brescia fino ad agosto 2025, a cura di Denis Curti, è promossa dalla Fondazione Brescia Musei. L'iniziativa è l'appuntamento più atteso dell'VIII edizione del Brescia Photo Festival, promosso da Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con la CAVALLERIZZA – centro della fotografia italiana.

A cominciare dagli anni Sessanta, Meyerowitz emerge come uno tra i giovani fotografi d'avanguardia più interessanti di New York. La sua ricerca corre in parallelo con quella di altri grandi autori quali Robert Frank, Gerry Winogrand, Diane Arbus. La rassegna presenta oltre 90 immagini organizzate per capitoli tematici e propone molte delle immagini che hanno contribuito a ridefinire il concetto di Street photography, all'interno del quale Joel Meyerowitz fa il suo ingresso introducendo l'uso del colore per interpretare e cogliere appieno la complessità del mondo moderno.

Per la prima volta in Italia, saranno presentati gli autoscatti realizzati dal fotografo durante il periodo del lockdown. Anche in queste opere più recenti, Joel Meyerowitz ricorda quanto la fotografia possa essere un mezzo di riflessione sul vissuto del singolo e della collettività, un dispositivo per riscoprire il presente in ogni suo aspetto.

 

 

foto apertura ©Joel-Meyerowitz_New-York-City-1974-1920x1278-1

I Concerti del Chiostro

3214Gradito ritorno per i concerti estivi eseguiti dall'orchestra e dal coro del Conservatorio Statale di Musica "E. F. Dall'Abaco".

Il primo appuntamento è venerdì 21 giugno per l'attesissima Festa della Musica

Programma:

Venerdì 21 giugno - FESTA DELLA MUSICA
ORCHESTRA DEL DIPARTIMENTO DI MUSICA ANTICA
Opere di Dall'Abaco (in occasione del 350° anniversario dalla nascita)

Lunedì 23 giugno
ORCHESTRA DI FIATI
Opere di Giannini, Marinuzzi, Hazo, Shaw, Màrquez

Mercoledì 25 giugno
MUSICA D'INSIEME JAZZ
Opere di Shorter, Freddi, Gallian

Venerdì 27 giugno
ENSEMBLE DI PERCUSSIONI - PIANOFORTE
Opere di Fink, Lacerda, Cirone,Tull, Prokofiev

Mercoledì 26 giugno
ore 18:00
VINCITRICI PREMIO "SALOTTO CLARA BOGGIAN" 2024
in collaborazione con l'Associazione Elsa Respighi di Verona
Opere di Braga, Wolf-Ferrari, Fontana, Cimara, Respighi, Donaudy, Zandonai

ore 21:00
MUSICA DA CAMERA
Opere di Rachmaninov, Assad, Casella, Glavina, Shostakovic

Martedì 1° luglio
MUSICA DA CAMERA E D'INSIEME ARCHI
Opere di Dvorak e Rachmaninov

Giovedì 3 luglio
MUSICA DA CAMERA
Opere di Castelnuovo-Tedesco, Brahms, Ravel

Sabato 5 luglio
MUSICA DA CAMERA E D'INSIEME ARCHI
Opere di Schubert

Lunedì 7 luglio
MUSICA DA CAMERA E D'INSIEME ARCHI
Opere di Dvorak e Franck

Martedì 8 luglio
MUSICA DA CAMERA
Opere di Montsalvatge, Schubert, Smetana

Mercoledì 9 luglio
ENSEMBLE DI OTTONI
Opere di Koetsier, Parker, Hazell

Giovedì 10 luglio
DUO PIANISTICO
Opere di Respighi e Holst

Venerdì 11 luglio
ENSEMBLE DI MUSICA CONTEMPORANEA - ENSEMBLE CAMERISTICO
Opere di Cazzuffi, Pedalino, Romio, Mannucci, Saint-Saens

Lunedì 14 luglio
MUSICA DA CAMERA - PIANOFORTE
Opere di Thuille, Debussy, Poulenc

Tutti i concerti si tengono alle ore 21.00 nel chiostro del Conservatorio.

La rassegna, libera e gratuita, vede protagonisti i docenti e studenti del Conservatorio stesso.

L’Eden d’estate 2025.

768Dal 13 giugno al 7 settembre ritorna "L'Eden d'estate", la rassegna di cinema all'aperto che caratterizza la programmazione estiva del Nuovo Eden a Brescia. 87 le proiezioni di film, il giovedì in lingua originale, film e acclamati dalla critica, incontri con registi, attori, classici restaurati, in versione originale sottotitolati in italiano, il cineconcerto dell'8 luglio dedicato a "La corazzata Potëmkin" nel centenario della produzione, e aperitivi con critici.

Il festival si svolgerà tutti i giorni, alle 21.30 a giugno e luglio, alle 21.15 in agosto e alle 21 a settembre, nella suggestiva cornice del parco del Viridarium nel Museo di Santa Giulia.

Confermato anche quest'anno, dal martedì alla domenica lo spazio ristoro ed eventi "Stasera? Museo! Food & drinks", dove, su prenotazione si potrà "fare aperitivo" oppure prenotare la cena prima dell'inizio dei film.

Grazie a "Cinema Revolution", anche quest'anno il biglietto di ingresso per film italiani ed europei nei giorni feriali sarà di euro 3,50. Nelle altre serate ingresso a euro 6,50.

Nella fascia pomeridiana e preserale proseguirà il calendario di film nella sede di via Nino Bixio, dove saranno effettuate le proiezioni dell'Eden d'estate in caso di maltempo.

Durante i pomeriggi, dalle 18, vengono organizzate visite guidate e laboratori.

Sottocategorie

LAST MINUTE

Natura e Ambiente